De Stefano, Pietro (XVI secolo)

Non si hanno notizie biografiche dell’autore della Descrittione dei luoghi sacri della città di Napoli del 1560. Come riporta Francesca Amirante (1995, p. 18), solo Carlo Minieri Riccio (1844, p. 39) ricorda il De Stefano come l’autore degli Statuti, capitoli e costituzioni dell’ordine de’ cavalieri di Santo Stefano, fondato da Cosimo de’ Medici, che vide la luce nel 1562 a Firenze. Nella guida di Napoli De Stefano dimostra una discreta conoscenza del latino, traducendo in volgare una grande quantità di epigrafi, e una cultura ampia e varia, ma il suo linguaggio semplice, pur essendo frutto di una scelta ben precisa (“ho sequito la natìa favella per non mostrarmi affettato e per farmi intender da tutti” [1560, c. 192r]), non denota una formazione umanistica. Il suo nome non compare infatti tra quelli degli intellettuali accademici, anche se non è escluso che “Pietro de Stefano” possa essere stato uno pseudonimo. De Stefano non dovette essere un nobile intellettuale, e la sua opera non ebbe tra i contemporanei il successo forse sperato. La Descrittione, già rara nel Settecento, stranamente non fu mai ripubblicata, ma resta un testo di grande interesse e di riferimento per le guide seicentesche di Cesare d’Engenio Caracciolo e di Carlo de Lellis.

Note

Non sono noti luogo di provenienza, date di nascita e di morte del De Stefano.

Fonti

Francesca Amirante, Il Cinquecento. Pietro de Stefano, in Libri per vedere. Le guide storico-artistiche della città di Napoli: fonti testimonianze del gusto immagini di una città, a cura di Francesca Amirante, Fiorella Angelillo, Paola D’Alconzo, Paola Fardella, Ornella Scognamiglio, Enrica Stendardo, Napoli 1995, pp. 18-20, con bibliografia.

Carlo Miniero Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1844. 

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